Appena spremuto, l’olio extravergine d’oliva ha ancora un gusto molto forte e amarognolo.
A partire dal terzo mese dalla sua produzione l’olio nuovo 2021 sprigiona il suo sapore inconfondibile e il suo aroma unico.
Per gli intenditori o per chi preferisce sentire il profumo dell’olio appena franto, il periodo migliore per l’acquisto coincide con quello della prima spremitura, tra fine ottobre e dicembre.
Per chi preferisce un olio più dolce, è consigliabile l’acquisto poco dopo: tra dicembre e gennaio.
Acquistando l’olio extravergine direttamente in frantoio si avrà la sicurezza di comprare un olio ottenuto da olive nostrane, 100% italiane e di acquistare un prodotto di qualità superiore.
L’olio extravergine confezionato in frantoio viene conservato in modo tale che l’aroma e il profumo rimangano racchiusi nel contenitore. Inoltre, tutte le proprietà organolettiche vengono preservate a lungo.
Le prime testimonianze delle origini dell’olio d’oliva risalgono al 4000 a.C., in Armenia e Palestina, ma anche in India. L’olio di oliva venne utilizzato come unguento per la pelle, per alimentare le lampade – l’olio lampante – e assunto come medicinale.
La pianta di olivo, che ci dona uno degli ingredienti più preziosi della cucina mediterranea, l’olio extravergine, fa da sempre parte dell‘immaginario umano, tanto che se ne ravvisano già le prime tracce nella mitologia greca.
Le zone dove l’olio d’oliva veniva maggiormente prodotto erano quelle della Magna Grecia, qui l’olio veniva utilizzato non solo in cucina, ma anche per il bagno, per il gioco e durante i funerali. Ecco perché i produttori di olio erano ben ripagati per le fatiche necessarie alla coltivazione di olivi.
La leggenda narra che il primo albero d’oliva sia stato piantato da Atena, per questo l’olivo era considerato un albero sacro simbolo di pace e forza.
Nel mondo greco, le olive venivano raccolte a diversa maturazione in base allo scopo per il quale si voleva utilizzare il prodotto finito, ma colpisce la cura con cui si procedeva alla raccolta che doveva essere a mano staccando delicatamente l’olivo dal ramo.
Per quanto riguarda l’Italia, sembra certo che già nel periodo Mesolitico vi fossero olivi, ma che ancora non fossero state realmente capite le qualità di questo prezioso albero.
Risulta però difficile capire quando iniziò la coltivazione e lo sfruttamento dei frutti, la cosa certa è che tra l’VIII e il VII secolo A.C l’olivo era coltivato e quindi utilizzato come albero da frutto. L’introduzione della coltivazione risale ai greci, ma le tecniche di spremitura e coltivazione sono risorse tipiche dei Romani. Dopo la caduta dell’Impero Romano la produzione diminuì, per poi riprendere anche con nuove varietà dal dodicesimo secolo d.C.
Tra le zone d’Italia in cui vi è una maggiore produzione di olio d’oliva, e soprattutto olio extravergine di eccellente qualità, troviamo la Puglia.
In Puglia, infatti, ci sono testimonianze che fanno pensare ad un iniziale uso dell’olio di oliva non solo per curare la pelle ma anche per alimentare le lampade.
La storia dell’olio d’oliva pugliese si è evoluta, arrivando a diverse tipologie di olive che trovano in questa regione un microclima favorevole a produzioni di qualità, proprio per questo l’olio pugliese è richiesto in tutto il mondo.
Fu proprio l’abbondanza di produzione della zona, a portare i monaci Basiliani ad incrementare la coltivazione in Puglia. Sono ancora reperibili le autorizzazioni reali del 1371 per l’attracco di navi che dovevano trasportare olio d’oliva in otri di pelli di capre.
Di fronte alla crescente domanda da parte dei Paesi Europei, crescevano anche le coltivazioni. Nel quattrocento, infatti, i frati Cistercensi e Olivetani iniziarono a coltivare e innestare gli olivastri cresciuti spontaneamente.
La Puglia continuò nel tempo a contraddistinguersi per la qualità, al punto che già nel 1700 l’olio pugliese veniva distinto dagli altri oli, l’olio prodotto in Puglia era utilizzato a fini alimentari, mentre gli altri oli denominati “di Levante” erano usati per l’illuminazione, per lubrificare le prime macchine e per lavare la lana.
Nel tempo non è venuta meno la qualità e proprio per questo l’olio pugliese continua ad essere richiesto in tutto il mondo.
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