Dal primo tarallo impastato per beffare la carestia, il frantoio e il mulino sono, per i pugliesi, le fucine roventi della loro identità. Un cerchio liscio che ha insegnato la salvezza della semplicità e oggi rappresenta una fede, descrive una patria, rafforza le famiglie in una catena di sapori indelebili.
Scansato ogni romanticismo, il tarallo è senza dubbio il biscotto più popolare e apprezzato del Meridione d’Italia: come l’anello nuziale con le sue varianti, questo può essere salato o dolce, con o senza lievito, glassato o “nudo”, accompagnando il pasto fino all’ultima portata. Ed è proprio un dessert che vogliamo proporvi quest’oggi, in un periodo dell’anno – la primavera – in cui si rende immancabile sulle tavole garganiche, specie nelle celebrazioni pasquali.
Il sale non viene meno, ma si aggiungono lo zucchero, l’acquavite e una finissima glassa bianca sotto alla quale il nostro olio extravergine “Cuore d’Ulivo” ha saputo mostrare un altro volto della sua straordinaria complessità organolettica.